Metterci la faccia sui social: strategia o improvvisazione?
Negli ultimi anni, il mantra del "metterci la faccia" è diventato un dogma del marketing digitale. Qualunque sia il settore, l'invito a mostrarsi in prima persona su Instagram, TikTok e LinkedIn suona quasi come un ordine: "Se non ci sei, non esisti". Ma siamo sicuri che questa sia la soluzione universale? E soprattutto, quando ti affidi a un'agenzia di comunicazione, è davvero il miglior investimento?

La professionalità sacrificata sull'altare dell’algoritmo
Sappiamo bene che i social premiano l'intrattenimento e l'engagement. E sappiamo anche che alcuni personaggi hanno costruito carriere straordinarie facendo i clown online.
Nulla da dire. Il loro è stato un azzardo riuscito, un mix di caso e talento.
Ma se il tuo obiettivo è costruire un brand solido, affidabile e autorevole, è sensato imitare chi balla su TikTok, si improvvisa guru a fasi alternate o racconta barzellette su LinkedIn?
Il problema è che spesso, nel tentativo di "esserci", si finisce per svilire la propria immagine professionale.
Si pensa che per avere visibilità basti postare video selfie con qualche frase motivazionale o raccontare aneddoti personali come se il pubblico fosse composto da amici del calcetto.
Se vuoi fare il content creator, fallo da solo (ma consapevolmente) senza richiedere l'intervento di un'agenzia.
Mettiamo subito in chiaro una cosa.
Se il tuo obiettivo è diventare un influencer o un content creator, fallo pure. Ma sappi che non basta aprire una fotocamera e parlare. Dietro a ad un profilo di successo serio e, soprattutto, duraturo ci sono strategie precise, test, analisi dei dati e una quantità enorme di lavoro.
Ma se ti affidi a un'agenzia di comunicazione, lo fai perché vuoi una strategia studiata su misura, che valorizzi il tuo brand senza farti scadere nel ridicolo.
Il ruolo di un'agenzia non è trasformarti nel prossimo fenomeno virale, ma costruire una presenza digitale coerente con il tuo settore e il tuo pubblico.
I social sono un mezzo, non il fine
Usare i social in modo efficace significa trovare il giusto equilibrio tra personalità e professionalità.
Non è obbligatorio diventare meme ambulanti per farsi notare. E non è detto che la strategia che ha funzionato per qualcuno funzioni per tutti.
L’importante è avere un piano.
Sapere cosa dire, a chi dirlo e come dirlo. Che tu voglia raccontarti in prima persona o meno, la vera chiave del successo sta nella qualità del messaggio, non nella quantità delle storie quotidiane o nel ripercorrere i percorsi degli altri provandone a imitare modi e successo.
Le ragioni tecniche dietro una strategia efficace
Dal punto di vista tecnico, l'algoritmo delle principali piattaforme social premia contenuti che generano interazioni significative e mantengono gli utenti sulla piattaforma più a lungo.
Tuttavia, questi stessi algoritmi penalizzano contenuti ripetitivi o poco autentici, il che significa che un'eccessiva esposizione personale senza una strategia solida può risultare controproducente.
Inoltre, la personalizzazione del messaggio deve essere calibrata in base al target: metriche come il tasso di coinvolgimento (engagement rate), il tempo di permanenza sui contenuti e la qualità delle interazioni sono fondamentali per determinare l’efficacia di una campagna.
Un'agenzia di comunicazione esperta sa come ottimizzare questi aspetti senza sacrificare la credibilità del brand.
Quindi, se vuoi essere la star del tuo brand, fallo con criterio. Se invece vuoi una comunicazione solida ed efficace, affidati a chi sa cosa sta facendo.
Senza bisogno di balletti imbarazzanti o metterci la faccia a tutti i costi, sempre.
Se fosse così semplice, tutti potremmo acquistare decine di migliaia di follower e trasformarci in star del web.
Il problema? Questo tipo di "popolarità" non genera alcun valore reale. Si tratta di vanity metrics, numeri gonfiati che non portano engagement, conversioni o vendite.
Ma allora, cosa conta davvero sui social?
Analizziamo il grande inganno dei numeri e quali sono le metriche che invece dovresti monitorare.
L’industria dell’acquisto dei follower: un mercato fiorente, ma inutile
Piattaforme come Instagram, Facebook, TikTok e Twitter sono piene di account che hanno acquistato follower. Esistono veri e propri marketplace che vendono pacchetti da 1.000 a 100.000 follower a prezzi stracciati. Il problema?
- Sono account fake o bot: profili senza interazione, spesso generati automaticamente, che non commentano, non mettono like e non condividono i tuoi contenuti.
- Rovinano l’algoritmo: le piattaforme premiano l’engagement. Se il 90% del tuo pubblico è composto da bot o profili inattivi, i tuoi post riceveranno pochissime interazioni, e di conseguenza saranno mostrati a meno persone reali.
- Puoi essere penalizzato: i social media aggiornano continuamente i loro algoritmi per identificare follower fasulli e spam. Molti account con follower acquistati si vedono ridurre la visibilità o, nei casi peggiori, vengono sospesi.
- Gli scambi di like e follow: una falsa strategia di crescita
Oltre all’acquisto diretto di follower, esiste un’altra pratica molto diffusa: gli scambi di like e follow-for-follow. Funziona così:
- Tu segui qualcuno sperando che ricambi il follow.
- Ti iscrivi a gruppi Telegram o Facebook dove gli utenti si mettono like a vicenda.
- Partecipi a "pod" di engagement dove ci si commenta reciprocamente per aumentare la visibilità.
Sembra un’idea intelligente? In realtà no.
Queste interazioni non sono genuine. Gli utenti non sono interessati a ciò che fai, ma solo al loro tornaconto personale.
Il risultato è che il tuo profilo si riempie di follower che non interagiranno mai spontaneamente con i tuoi contenuti. Alla lunga, questo rovinerà la tua reach organica.
Le metriche che contano davvero sui social
Se i follower sono solo una metrica di vanto, su cosa dovresti concentrarti davvero?
Ecco alcune KPI (Key Performance Indicators) che fanno la differenza:
- Engagement rate • Il rapporto tra interazioni (like, commenti, condivisioni, salvataggi) e il numero di follower. Un profilo con pochi follower ma un engagement alto è molto più efficace di un profilo con centinaia di migliaia di follower inattivi.
- Tempo di permanenza sui contenuti • Se le persone guardano i tuoi video fino alla fine o leggono le tue didascalie per intero, significa che hai catturato la loro attenzione.
- Interazioni nei messaggi privati • Un’azienda che riceve molte richieste in DM sta facendo un ottimo lavoro nel costruire una community attiva.
- Click-through rate (CTR) • Se il tuo obiettivo è portare traffico al sito web, questa è una delle metriche più importanti.
- Conversioni • Se i tuoi post spingono le persone a compiere azioni (comprare, iscriversi, prenotare), significa che la tua strategia è efficace.
Come costruire una strategia social efficace
Ora che sappiamo quali metriche contano davvero, come possiamo migliorare la nostra presenza social senza cadere nella trappola delle vanity metrics?
- Crea contenuti di valore: informazioni utili, intrattenimento di qualità, ispirazione e autenticità sono ciò che attira l’attenzione del pubblico.
- Interagisci con la community: rispondi ai commenti, fai domande, coinvolgi il pubblico con sondaggi e quiz. Più interazione generi, più i tuoi contenuti verranno mostrati.
- Sfrutta le collaborazioni autentiche: invece di comprare follower, stringi collaborazioni con influencer o brand affini che condividono i tuoi valori.
- Studia gli analytics: analizza i dati e modifica la tua strategia in base a ciò che funziona.
- Investi in pubblicità mirata: le piattaforme social permettono di raggiungere un pubblico realmente interessato ai tuoi prodotti o servizi. Meglio spendere su ads ben targetizzate piuttosto che su follower finti.
Avere tanti follower può sembrare gratificante, ma se non sono autentici e non interagiscono, non servono a nulla. I numeri contano solo quando dietro ci sono persone reali interessate al tuo contenuto. Concentrarsi sulle metriche giuste e su una strategia di comunicazione efficace è l’unico modo per ottenere risultati concreti sui social.
Il vero successo non è nei follower, ma nelle relazioni che costruisci con il tuo pubblico.

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